Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

martedì 14 febbraio 2012

La sentenza del TAR spalanca le porte al Movimento Per la Vita: noi non ci stiamo!

E' di qualche giorno fa la sconcertante notizia della bocciatura del ricorso al Tar presentato contro la Delibera della Giunta regionale che prevede l'ingresso dei volontari del movimento per la vita all'interno dei consultori; ma ancor più assurde sono le vergognose motivazioni con le quali esso è stato respinto. Così recita infatti un estratto della sentenza del tribunale regionale piemontese: ''Le donne non hanno interesse a ricorrere perchè né gravide né già madri''.
Con queste poche parole viene negata qualsiasi forma di autodeterminazione e possibilità di giudizio; come se per essere sicure di voler praticare un'interruzione di gravidanza sia necessario aver avuto almeno un'esperienza di maternità e quindi ''essere consapevoli'' della propria scelta.
Non riusciamo a spendere più di qualche riga per commentare queste labili motivazioni che inquadrano la figura della donna sotto un aspetto esclusivamente riproduttivo e la ritraggono come un soggetto privo di autonomia.
Qualcosa di più si potrebbe invece aggiungere su ciò che questa sentenza sta putroppo mettendo in luce; un disegno molto più ampio che comprende diverse regioni italiane, dalla Lombardia al Lazio, e che sfocia in un progetto unitario pronto a riversare nelle nostre città svariati movimenti e volontari pro-vita.
Un'altra incredibile invenzione accompagna poi la Delibera; lo stanziamento di un fondo mensile di 250 euro per le donne che rinunciano all'interruzione di gravidanza, fondo che le madri potranno ''spendere secondo le necessità concordate con il consultorio''. Un fondo che, in tempo di crisi e con tagli alle politiche sociali e ai servizi pubblici causati dalla mancanza di denaro, risuona bizzarro alle orecchie dei più.
Se il governatore leghista Roberto Cota insieme alla vice-capogruppo del Pdl Augusta Montaruli non possono che commentare positivamente il fatto che il loro cammino in difesa della vita possa proseguire, noi sottolineiamo ancora una volta come il loro operato all'oggi sia la più estrema delle violenze sul corpo delle donne e che non sarà la bocciatura del ricorso a farci fermare; scenderemo in piazza per ribadirlo l'8 marzo, così come ogni giorno, senza smettere mai di lottare.

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